quando

2020

dove

Roma, quartiere Portuense

progettazione impianti

Samuele Federici

fotografie

Edi Solari

pubblicazione esterna

Living Corriere

casa mia

Il progetto di casa mia è stato il più difficile a cui ho lavorato. Ogni architetto conserva nel cassetto il sogno di progettare la casa migliore possibile e io, tra il 2019 e il 2020, ho avuto la fortuna di poter trasformare questa aspettativa in realtà. La casa, nel suo stato ante operam, si presentava come un classico appartamento della prima periferia romana, databile alla fine degli anni ‘60: molte stanze, ciascuna con una funzione specifica e circoscritta, e un gran numero di metri quadrati destinati alla distribuzione, divisa tra ingresso, corridoio e disimpegni. Uno spreco enorme, considerando il suo rapporto con una superficie complessiva calpestabile di poco più di 70 metri quadrati. Dovendo prevedere una serie di spazi fruibili comodamente da una famiglia di 5 persone, ho lavorato fin dall’inizio sull’ottimizzazione della superficie in pianta. Ho massimizzato quella a disposizione della zona giorno, riservando all’angolo cottura, al living e al tavolo da pranzo quasi la metà dei metri quadrati complessivi e, non senza commettere qualche errore iniziale, ho poi ricavato due bagni e due camere da letto. Quella di superficie maggiore è dotata di zona guardaroba, ha accesso a uno dei servizi e contiene un letto posizionato fronte finestra a centro stanza; la più piccola, destinata ai ragazzi e alla bambina, è organizzata semplicemente con uno spazio per i letti (uno a castello, uno a terra tipo Montessori) e con una parete per armadi e piccolo storage. In prossimità del piccolo ingresso è ricavato un angolo studio, attrezzato con un’ampia scrivania che prosegue, variandone l’altezza, la linea orizzontale della panca che serve la zona del divano e che, allo stesso tempo, delimita funzionalmente l’accesso al cuore del living.

design outfit, casa mia, Nora Santonastasodesign outfit, casa mia, Nora Santonastaso
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